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Home Articoli » Articoli Ferroviari » La Ferrovia Siracusa - Ragusa
La Ferrovia Siracusa - Ragusa


Scicli è situata in una conca tra colline rocciose alla confluenza delle cave di San Bartolomeo e di Santa Maria la Nova con la fiumara di Modica. L’abitato è dominato dal colle di San Matteo, su cui sorge imponente l’omonima chiesa, su cui si arroccava il nucleo, fino al XIV secolo della più antica città, di cui si conservano le mura e i ruderi del Castellaccio. Distrutta dal terremoto del 1896, venne ricostruita giù a valle risorgendo nell’attuale aspetto di città barocca. Fondata dai Siculi, o secondo altri, da Marcello nel 212 a.C. , prosperò sotto i Saraceni, fu città reale sotto i Normanni, poi fece parte della Contea di Modica. Ebbe da Federico II il titolo di città e fu sede della IV Sergenzia dell’isola. Ricca di sontuosi edifici e numerose chiese di stile settecentesco, è stata di recente considerata patrimonio dell’Unesco come città d’arte. Si riparte con un buon orario sulla tabella di marcia; superati gli scambi di uscita, il treno oltrepassa, con un ponte in muratura, la fiumara di Modica costeggiandola sulla sinistra e puntando a nord in pendenza. Sulla destra si ammira un bel panorama della città dove i contorni del centro storico sembrano confondersi con il colore della roccia del colle di S. Matteo.

Man mano che ci allontaniamo, la ferrovia, per un tratto, diverge dalla fiumara seguendo un percorso tortuoso per giungere in una parte della valle che si apre ad anfiteatro, poi con una curva di 90° si riavvicina ad essa ma ad una quota più elevata; si intravede nuovamente Scicli distesa nella sua conca e in lontananza a sud l’orizzonte con il mare Mediterraneo nella stessa tonalità del cielo. Si affronta una curva sulla sinistra per sbucare in costante salita nella valle della fiumara che di colpo si restringe fra pareti calcaree a strati sovrapposti. Si affronta la dura rampa che prosegue con una micidiale curva sulla destra salendo, con raggio di 300 m, la pendenza del 25 per mille. Salita che presenta non poche asperità. Tale difficoltà continuava su, su, fino alla galleria del “Salto”, sempre con livelletta del 25 per mille in curva a sinistra per poi costeggiare la fiancata che sfocia sul costone rettilineo e inclinato della collina.

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