Un po di storia, di cultura e un sorriso

L'angolo della ferrovia dimenticata: rotabili storici, linee soppresse, racconti di ferrovia, ...

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Alpiblu
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Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda Alpiblu » 31 lug 2017, 21:14

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Era da tempo che mi ero ripromesso di documentarmi e aggiornarmi sul tema delle segnalazioni e della gestione del traffico ferroviario. Facendo ricerche in internet è saltato fuori di tutto ovviamente, ma quello che mi ha più incuriosito sono state alcune informazioni reperite su wikipedia riguardo gli albori delle ferrovie e su come venivano gestiti i treni in un'epoca in cui esistevano solo le lampade a gas e il telegrafo doveva ancora essere inventato, parliamo della prima metà dell'800.
Ho trovato simpatiche e originali tali informazioni ed ho pensato di condividere come se facessimo due chiacchiere per una facile e dilettevole lettura, a chi interessa ovviamente si possono trovare le informazoni complete facendo una ricerca su wikipedia.

In pratica prima dei sistemi a blocco telefonico esisteva il blocco telegrafico, facilmente intuibile che le informazioni venivano scambiate tra stazioni tramite il telegrafo e l'alfabeto Morse. Mi sono domandato e prima del telegrafo come facevano?
Esisteva un sistema che veniva chiamato "blocco a bastone pilota".
Riporto qui paro paro quanto preso da wikipedia :
"Il blocco a bastone pilota è stato un rudimentale e semplice sistema di blocco adottato da varie ferrovie e tranvie del mondo, a partire dalla prima metà del XIX secolo, per garantire l'invio di un solo treno per volta da una stazione all'altra sezione di blocco."
In pratica era una sorta di passaggio del testimone tipo staffetta 4X100 mt piani dell'atletica leggera.

Ma si potevano trovare anche altri sistemi che visti con gli occhi di oggi possono sembrare alquanto originali e farci sorridere.
Interessante, in questo senso, un simpatico racconto di Giuseppe Sacchi che nell'aprile del 1838 compie una "Gita sulla strada di ferro da Parigi a San Germano" in cui racconta il metodo di controllo della via libera adottato da quella "strada ferrata".
« Io non vidi più altro che la luce artificiale delle macchine e dei fanali dei wagon, che rischiaravano tratto tratto gli ottanta guardiani della strada che ritti in piedi a fianco della ruotaja, ravvolti nel loro mantello di lana e coperti di un caschetto metallico, indicavano con una mano sul cuore e l'altra distesa che la via era scevra d'ogni ostacolo. »
(Giuseppe Sacchi, Gita sulla strada di ferro da Parigi a San Germano, in Annali universali di statistica, economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Volume Cinquantesimonono, Gennajo, Febbrajo e Marzo 1839. Milano, 1839)
Incidenti si verificavano con una certa frequenza, mitigati dalla lentezza dei treni (basti pensare agli assalti dei banditi a cavallo) e dal relativamente scarso numero di viaggiatori portati da tre o quattro piccole carrozze, massimo trainabile all'epoca. La comunicazione fra le stazioni era impossibile in quanto il treno fu, da quando nacque (la prima utilizzazione commerciale si ebbe dal 27 settembre 1825) e per quasi 20 anni (il primo utilizzo del telegrafo Morse avvenne il 24 maggio 1844), non solo il mezzo di trasporto ma anche il mezzo di comunicazione più veloce che esistesse. Sistemi empirici di controllo della circolazione erano costituiti da uomini a cavallo che precedevano i treni in tratte particolari, torri di avvistamento e segnalazione semaforica.

Non meno originali e con un metodo tutto loro gli americani si regolavano così:
"la tradizione ferroviaria riporta persino che negli Stati Uniti una compagnia ferroviaria avesse costruito una torre posta fra due stazioni. Il treno che vi fosse giunto per primo doveva fermarsi e attendere quello che veniva dalla parte opposta. Il secondo treno avrebbe dovuto retrocedere per portarsi in un altro binario per cedere il passo. Pare che si scatenasse una "corsa alla torre". Poiché nessuno voleva cedere il passo, le discussioni terminavano spesso a colpi di revolver." :)

P.s. le immagini sono copeertine della famosa "Domenica del Corriere" e non c'entrano nulla, ma le ho messe perchè mi piacevano. ;) :)
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda timetable57 » 31 lug 2017, 21:43

Bellissime Luciano. E splendido reportage. Non mi era mai venuto in mente che il treno nacque prima del telegrafo
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda ETR222 » 31 lug 2017, 21:54

Splendido, Luciano. Però...
Alpiblu ha scritto:"Il blocco a bastone pilota è stato un rudimentale e semplice sistema ( ... ) per garantire l'invio di un solo treno per volta da una stazione all'altra sezione di blocco.

... io avrei specificato meglio che quel bastone era univoco tra una stazione e l'altra e che a poter lasciare la stazione ed inoltrarsi sulla linea era solamente il treno il cui macchinista avesse in cabina detto bastone. Un sistema tanto semplice quanto efficace.
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda timetable57 » 31 lug 2017, 22:01

Me lo immagino un frecciarossa a...bastone.
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda e444riqualificata » 31 lug 2017, 22:14

Grazie per questo affatto interessante resoconto. Adoro leggere dei sistemi frutto dell'ingegno della mente umana partoriti prima che questa venisse coadiuvata dalle cosiddette tecnologie mature.

Anche in Italia, agli albori del trasporto su rotaje, vennero impiegate delle torri per regolare le partenze dei treni, le quali venivano comunicate per mezzo di bandiere colorate.

Nel nostro Paese sopravvivono, o almeno sono rimasti fino a pochi anni fa, alcuni casi di gestione del traffico su strada ferrata tanto antiquati quanto curiosi: tuttora la quasi totalità del materiale rotabile porta ancora il fanalino frontale verde, che veniva impiegato per segnalare che il treno avrebbe incrociato un convoglio straordinario. Un altro esempio di gestione secondo sistemi non tecnologici viene dalla ferrovia Milano-Limbiate - a torto chiamata tranvia a causa della semplicità dell'infrastruttura e della bassa velocità commerciale. Si tratta di una linea a binario unico, lungo la quale gli incroci vengono gestiti a orario: ai macchinisti viene indicato quando debbono attendere l'incrocio di un treno in stazione ovvero quando possono proseguire.

Concludo l'intervento con una domanda in tema: qualora su una linea esercitata col sistema del bastone si fosse reso necessario far circolare due treni nella stessa direzione, senza che nel frattempo ne dovesse transitare uno nel verso opposto, quali provvedimenti sarebbero stati adottati dai ferrovieri?
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda timetable57 » 31 lug 2017, 22:31

Stesso sistema, a orario, vengono gestiti gli incroci sulla ferrotramvia di Opicina.
Infatti nel 2016, per una svista di un tramviere, due rotabili si son scontrati frontalmente per non aver rispettato l'orario a Conconello
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda ETR222 » 31 lug 2017, 22:37

Riporto da Wikipedia: "È chiaro che la potenzialità del sistema rimaneva bassa e soprattutto non permetteva l'inoltro di più treni l'uno di seguito all'altro. "
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda Alpiblu » 31 lug 2017, 22:38

Interessante e grazie degli apprezzamenti, giusto per rispondere a Sandro e Angelo, ho preso paro paro le spiegazioni che si trovano in Wikipedia ma per brevità ne ho incollate solo una parte.
https://it.wikipedia.org/wiki/Blocco_a_bastone_pilota
Aggiungo solo che prima del bastone pilota veniva utilizzata una persona detta "agente pilota" sostituita poi nel tempo con un bastone per questioni di costi di esercizio!
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda ETR222 » 31 lug 2017, 23:00

Sapevo, ma non ricordavo. La lettura di Wikipedia mi ha rinfrescato la memoria. Ho anche ricordato che, quando venni a conoscenza della cosa (roba di 45 anni fa), feci la riflessione che doveva essere proprio per questo motivo che quel bastone viene chiamato "testimone". Non so se sia vero, però è plausibile.
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda e444riqualificata » 1 ago 2017, 8:45

Guido, l'incidente di Opicina non si potrebbe mai verificare sulla Limbiate: troppo dritta la linea, ma soprattutto...troppo bassi i limiti di velocità! :roll:

Grazie per la risposta, Sandro. Ora, però, vorrei sapere chi ha deciso di impiegare persone per dei lavori che potevano essere svolti da pezzi di legno :)
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda ETR222 » 1 ago 2017, 9:38

Angelo, non dimenticare che stiamo parlando degli inizi del XIX secolo: che non me ne vogliano gli amici troppo a destra e non si lancino in peana (per altro qui vietati) quelli troppo a sinistra, ma all'epoca non erano pochi i padroni che non facevano troppa distinzione tra persone e pezzi di legno. :)
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda renzo428 » 1 ago 2017, 9:59

e444riqualificata ha scritto:Grazie per la risposta, Sandro. Ora, però, vorrei sapere chi ha deciso di impiegare persone per dei lavori che potevano essere svolti da pezzi di legno :)

Direi che fu un inglese complementare a Geppetto.

Sull'interessante problema aggiungerei qualche riflessione che su wikipedia non si legge.
Intanto le ragioni sullo scarso utilizzo del bastone di blocco sulle nostre linee ferroviarie, è da ricercarsi anche sulla natura delle nostre linee e sulla logica dell'instradamento.
Prendo ad esempio una linea a singolo binario ma a traffico sostenuto come la Porrettana (linee a scarso traffico con quattro coppie di treni al giorno non avevano questi problemi).
Quando si instrada un treno T1 dalla stazione A alla stazione B (e supponiamo che non ci siano altre stazioni di incrocio tra A e B), B sa che non potrà instradare il treno T2 verso A fintanto che il treno T1 sia giunto a B. Questo era chiamato instradamento a spola.
Naturalemnte questo è possibile fino a quando i treni seguono con precisione l'orario e i dirigenti era su questo che facevano riferimento: il ritardo di un treno, faceva ritardare tutti i treni che avrebbe preceduto e incrociato ma questo è un problema che ancora oggi capita sulle nostre linee.
Anche i segnali erano in numero assai ridotto e servivano soprattutto alla protezione delle stazioni, ovvero far entrare in stazione il treno solo quando i deviatoi erano posizionati correttamente, i PL chiusi e il binario sgombro. Il bastone non era quindi una necessità. Per contro lo furono altre conquiste della tecnica come il blocco telegrafico, il doppio segnalamento e il sitema idrodinamico per i deviatoi, tutte novità adottate velocemente sulle linee a traffico sostenuto e di valico.
Ma cosa accadeva se il treno T1 non arrivava a B?
Sulla Porrettana (ma anche sulla linea dei Giovi) poteva significare solo un guasto o un incidente, con maggior frequenza del secondo.
Capitava infatti che i macchinisti e fuochisti nel percorrere le lunghe gallerie in salita, svenissero per l'inalazione dei fumi e alle uscite delle gallerie più lunghe c'erano delle baracche dove sostava una coppia macchinista e fuochista che all'occorrenza entrava in galleria, saliva sulla macchina e portava fuori il treno salvando personale e passeggeri. Naturalemnte in discesa erano i freni a dare i maggiori pensieri tanto che i treni che entravano in stazione lato monte avevano i deviatoi girati verso le "montagnole" cioé tratti di binario in contropendenza utili sia a rallentare i treni in discesa che a facilitare le partenze in salita.

Sulle linee a doppio binario era utilizzato anche il distanziamento a tempo, si supponeva che dopo un certo tempo il treno avrebbe raggiunto la stazione successiva e quindi il binario era libero. Anche in questo caso gli incidenti erano possibili anche se mitigati dalla scarsa velocità. Le linee a doppio binario erano comunque la minoranza e, anche se incredibile a dirsi, alla fine dell'800 tra le dorsali c'erano solo la Torino-Milano-Venezia, la Genova-Torino, la Milano-Bologna e la Roma-Napoli.
L'adriatica era a singolo binario da Bologna in poi, così lo erano la Genova-Roma fino a Civitavecchia mentre la Milano-Roma era a doppio binario fino a Bologna e tornava ad essere a doppio binario da Chiusi a Roma.

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In questo stato di cose si arriva fino all'epoca delle convenzioni, 1885, poi con la RA e le RM le cose cominciarono a cambiare e si diffusero le nuove tecnologie viste sopra almeno sulle linee più importanti mentre sulle linee secondarie a scarso traffico, nulla era cambiato.
Vedi per es. la Siena-Grosseto: tre coppie al giorno (NOTA: le ore sono indicate con la notazione inglese, il treno 793 parte alle 8.51 mentre il 795 alle 2.57pm ovvero le 14.57)

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Per approfondire l'argomento consiglio il libro di C.Zenato "Evoluzione storica e tecnica del segnalamento ferroviario italiano"

un caro saluto, renzo.

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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda Falcio1515 » 1 ago 2017, 17:07

Bel lavoro, complimenti ancora!
Giuseppe

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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda e444riqualificata » 1 ago 2017, 21:04

Non viene definito "a spola" anche il regime introdotto dalle FS il 21/10/'90 adottato su quelle linee in cui ad un capo si ha una stazione di testa, nel quale la sicurezza viene garantita impedendo ai treni di entrare in linea finché non è tornato l'unico treno che è possibile inviarvi, il quale viene rilevato con BCA?
Angelo A.
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Re: Un po di storia, di cultura e un sorriso

Messaggioda Alpiblu » 1 ago 2017, 21:28

Vedo con piacere che l’argomento ha suscitato interesse. Ringrazio Renzo per le interessanti precisazioni relative alla storia italiana e la citazione del libro sicuramente interessante;
ma devo dire che ero partito più che altro con l’idea di aggiornarmi sulla situazione odierna e mi sono ritrovato con informazioni riguardanti il passato. :)
Mi sono venute spontanee delle riflessioni a riguardo; andando a spulciare tra le date di apertura delle nostre linee, si può vedere che nella prima meta del 800 le linee aperte all’esercizio erano in proporzione all’Italia intera ancora pochine anche in virtù probabilmente del fatto che l’Italia unita era ancora da creare. Singolarmente i chilometri di quelle poche linee non erano forse nemmeno tanti e spesso i tronconi realizzati tra una città e l’altra non erano congiunti tra loro. Ad esempio la Milano Venezia detta anche la Ferdinandea (una delle primissime linee costruite) è stato un parto durato diversi anni prima che l’intera tratta si unisse in un unica soluzione.
Il grosso della rete italiana è stato creato nella seconda metà del 800, quando il telegrafo ormai esisteva. A tal proposito come giustamente specificato da Renzo essendo una novità tecnologica, all’inizio fu applicato solamente nelle linee più importanti, le secondarie probabilmente proseguivano con i vecchi sistemi.
In un epoca di ERMTS di livello2 facente uso di tecnologie quali le fibre ottiche i collegamenti radio GSM-R , SMCT, ETCS, blocco radio ecc...ecc…. (ci sono talmente tanti acronimi e sigle da perderci la testa), si parla già di livello3 che aggiunge il blocco mobile superando il concetto del blocco fisso e informazioni da satellite, è comunque piacevole disquisire di antiche metodologie. ;)
Luciano
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