Due pillole sulla FAC. Anzitutto sulla foto di Branca, come noterete ci sono dei fori di fucili sul fabbricato che non sono stati coperti durante la ristrutturazione dello stesso. Esiste un vincolo della Sopraintendenza ai Beni culturali, a ricordo delle fucilazioni operate dai tedeschi.
Su Umbertide. Come dice Parkman, l'attuale fabbricato FCU è in realtà l'originario fabbricato FAC, mentre quello originario FCU è quello più piccolo sull'altro lato del piazzale binari, che è stato pure fotografato alla fine dal piazzale esterno. Inoltre non è vero che l'attuale tratto Umbertide - Montecorona ricalca a pennello la vecchia FAC con il semplice adeguamento dello scartamento, la FCU sta li dove stava sempre, la FAC correva affianco (è rimasto un sentiero pedonale ben visibile dove tuttora camminano e transitano bici accanto alla strada). E li si racconta che ogni tanto venivano ingaggiate delle simpatiche corsette sul rettilineo verso Montecorona tra i macchinisti FCU e quelli FAC. Sempre su Montecorona, la stazione FCU è quella di sempre, che nella foto è in evidente degrado, quella di Montecorona è stata adibita ad abitazione privata ed è dirimpottaia, solo un po più indietro di qualche metro verso Umbertide e vicina al sottovia come ricorda Parkman (chissà perché conosce bene quella zona... chissà chi ce l'ha portato
). Altra nota di colore che mi ha stata svelata da un profondo conoscitore FAC di Arezzo, l'interscambio FCU - FAC, avveniva, non ad Umbertide, ma proprio a Montecorona. Ed è ancora visibile a Montecorona il vecchio rilevato che curva a sinistra verso Gubbio, con la strada sterrata che passa sotto un cavalcavia per poi perdersi dopo poche decine di metri. Ricordiamoci sempre che la FAC è esistita dal 1886 al 1944, la FCU dal 1915 ad oggi, quindi per trentanni hanno convissuto fianco a fianco in quel tratto, non è che la FCU, scomparsa la FAC, si è appropriata del suo sedime, aveva già il suo binario dedicato. Magari nel corso dei decenni saranno stati fatti dei lavori di adeguamento, ma sono ancora chiare le tracce di distinzione tra quello che era ed è FCU e quello che era FAC.
Poi chi ha mangiato al locale ricavato dentro l'ex rimessa di Gubbio, sa che i nomi di alcune pietanze ricalcano i nomi delle stazioni fermate della linea (anghiari, sansepolcro ecc ecc), dei mezzi (Couillet, Emmina ... essi perché negli anni 30 il servizio passeggeri è stato dieselizzato con le littorine che avevano dimezzato i tempi di percorrenza), e via discorrendo.
Ovviamente la stazione attuale di Sansepolcro è quella originaria della FAC, quella di Città di Castello è invece stata ricostruita ex novo dalla FCU a seguito del prolungamento su Sansepolcro inaugurato nel 1956. Dell'originale stazione di Città di Castello FAC, posta in tutt'altra parte rispetto alla attuale FCU, non c'è traccia. Trattasi peraltro di edificio che era di notevole pregio architettonico come si evince dal libro di Garzi, e che era sede amministrativa della FAC.
Nel prolungamento da Umbertide a Sansepolcro della FCU post-FAC non ci si è limitati a ricalcare il vecchio sedime adeguando lo scartamento, ma furono operate delle rettifiche al tracciato. Anzi, il libro di Garzi (non quello sulla FAC, ma quello sulla FCU del 1978 ormai esarito) svela un importante retroscena. Già alla fine degli anni trenta, la FCU aveva iniziato a predisporre la sede per il prolungamento oltre Umbertide in vista del tanto decantato progetto, che mai vide la luce, della Ferrovia Umbro - Tosco - Romagnola. Questo quando era ancora in vita la FAC. Questo, oltre agli altri indizi già descritti (cone le collocazioni diverse della stazione FAC e FCU di Umbertide) sgombrano il campo verso i dubbi che negli anni cinquanta, durante il prolungamento della FCU a Sansepolcro, ci si sia serviti della vecchia FAC adeguando lo scartamento. Così non è, anche perché la FAC era piuttosto tortuosa; magari in sede di prolungamento ci si sarà anche serviti di qualche pezzo su cui prima c'era il binario della vecchia FAC, non mi sento di esluderlo, ma nel complesso il tracciato FCU Umbertide - Sansepolcro è tutt'altra cosa, e non solo per la differenza di scartamento. Salvo poi che a Sansepolcro si è riutilizzata la storica stazione FAC. E chi ha voglia di andare da quelle parti, prendendo la strada da Sansepolcro ad Anghiari, appena passato lo svincolo di Sansepolcro, e prenderà una stradina a destra in una zona industriale ... camminando su un sentiero che scende sul fiume, troverà i resti di un ponte FAC sul Tevere, accanto ai resti di un ponte (più ampio) della statale. La stazione di Anghiari, ai piedi del paese, da un paio d'anni è stata ritinteggiata con l'aggiunta della progressiva chilometrica (come a branca per intenderci). Ristrutturata e adibita ad abitazione privata (con estensione della volumetria del fabbricato) è la stazione di Citerna, di color bianco, è il proprietario nei lavori di ristrutturazione ha trovato dei cimeli FAC che conserva in un magazzino (una lampada appartentente a una qualche carrozza passeggeri, e delle cerniere, non so se per chiudere porte o finestrini). Conservata la cantoniera di Sasso (anche se abbandonata, ma è rimasta la scritta), ristrutturata e adibita ad abitazione privata la deliziosa stazione del Torrino, accanto alla galleria e alla fossa su cui si ergeva il celebre viadotto, il più grande della linea). In quel punto sono ancora rinvenibili i resti di un ponte, di una galleria. Dal Torrino a Gragnone la ferrovia procedeva all'interno e il sedime è rimasto, ivi le gallerie, anche se alcune di queste si sono sfarinate ed è ceduto un pezzo di volta (e per percorrerle bisogna poi arrampicarsi sui cumuli). Rimasto anche il casello fermata di Gragnone. Diciamo che questo tratto è l'unico punto dove è rimasto intatto il tracciato della ferrovia, gallerie e ponticelli compresi. Che era anche il più caratteristico perché la ferrovia per guadagnare il valico dello Scopetone faceva un insolito percorso ad esse, e li si contano quasi tutte le gallerie che aveva la ferrovia (su 23 mi pare complessive, una ventina erano li da Arezzo al Torrino, una poco dopo il Torrino, e due nell'Eugubino, i celebri "foretti" che esistono ancora ma non so dove sono posizionati, so solo che due amici che ci erano andati avevano camminato un paio d'ore per arrivarci. All'uscita di Arezzo c'è anche il piccolo ponticello di Bagnoro. Ovviamente, senza dimenticare la stazione di Fossato, ristrutturata, con l'edicola sotto, l'ex fabbricato merci ristrutturato, peccato che da qualche anno per nuove costruzioni non ci siano più i fabbricati del personale ferroviario.
Cmq ottimo reportage, la FAC, per chi voglia cimentarsi è, almeno nel tratto umbro, tutta lungo la strada, e il fatto che alcuni fabbricati siano stati recuperati ad uso privato ha fatto si che non si sia persa la memoria dei resti della ferrovia.